Rimini invasa dagli ambulanti extracomunitari

LA SPIAGGIA DEGLI ABUSIVI
Sono tanti,troppi dice la gente:quest'anno più del solito. Ognuno di loro ha una storia amara alle spalle, ma tutti insieme, diventano un problema che nessuno sa come risolvere. E dietro c'è la criminalità organizzata.

Adam, pachistano, lavora in una polleria di Cesena e viene a Rimini nel week-end con le sue merci, " per arrotondare ". Musa vende borse per aprire un bar in Senegal, dove ha cinque figli. " Vendono come matti", spiega la signora Deanna, " questi due almeno sono bravi ragazzi, ma non si può andare avanti così: si mettono lì, davanti al mio negozio, stendono le loro merci. E la gente compra, indisturbata".
I negozianti del lungomare si sentono in trincea. Il ritornello di ogni stagione: basta scendere sulla spiaggia e si capisce che la loro non è un'esagerazione. Sono le 11 del mattino, bagni 124, 125, tra Rivazzurra e Miramare. La spiaggia è affollata, un turismo popolare, fatto soprattutto di famiglie. Non ci sono i soliti ambulanti carichi di merce che si aggirano sotto il caldo, tra gli ombrelloni. " Andate avanti a vedere. Hanno il loro posto fisso: sono già qui la mattina alle sette, e lo difendono con le unghie e con i denti ", ci dice il bagnino.
"E' roba bella e costa poco"
Arrivi sulla battigia e ti fermi: oltre non puoi andare, a meno di non travolgere le merci stese a terra. La spiaggia, a Rimini, è diventata un mercato.
" E' roba bella e costa poco ". La signora di Milano sceglie con cura i bermuda per il marito: finti Prada a 15 euro, altrettanti per la Polo che sembra vera. Prezzi stracciati ma non trattabili, al mercato multietnico che invade la battigia, tre file ininterrotte di ambulanti africani, magrebini, cinesi che ti offrono di tutto, dalle borsette colorate nuovo stile Vuitton - dai 30 ai 50 euro - agli zainetti di Prada, fino ai due pezzi a 3 euro, " serviti da solo ma non si cambiano ", avverte il cartello. E poi tende ricamate,parei, asciugamani, capi di moda firmati e non, bigiotteria, occhiali. C'è tutto quello che si trova nei negozi e forse qualcosa di più, comprese le "griffe" contraffatte. "Così però non riusciamo più a passeggiare", sbuffa una mamma con in braccio un bambino; "l'altro giorno un ragazzino ha pestato la merce e si è preso una cinghiata".
Sono arrabbiati anche i bagnini
E' finita un'epoca.Una volta ci chiedevano di non chiamarli "vucumprà". Ci tenevano a raccontare la loro storia, facendo appello al senso di solidarietà dei turisti. Oggi il mercato degli abusivi è un vero e proprio business : organizzazione e prezzi competitivi da una parte, occhio alla convenienza dall'altra. E l'obbiettivo comune di fare affari.
I più arrabbiati, oltre ai negozianti, sono i bagnini. " Davanti al mio bagno ne ho 20 in postazione fissa, ma ho messo delle regole: non più di una fila e non davanti alla pedana", spiega Luca Lazzaretti, del bagno 124. " Mi tocca fare a botte almeno due volte a stagione, hanno anche cercato di accoltellarmi. Ma se li lascio fare una volta me li ritrovo su tre file come negli altri bagni. Sono diventati violenti, arroganti, ti ascoltano solo se sai farti rispettare, se un bagnino è anziano li lascia perdere.
La passeggiata sul lungomare è poco più di un sogno. La gente guarda la merce, qualcuno compra. Un cingalese offre tatuaggi tra gli ombrelloni. " Sono appena arrivati. Sono i più disgraziati, si devono ancora ambientare".
Ci accompagna tra un "banco" e l'altro il presidente del "Consiglio provinciale degli immigrati", il primo organismo del genere in Italia, "eletto democraticamente dai 20.000 immigrati regolari della provincia di Rimini, il 7% della popolazione", spiega con orgoglio. Si chiama Alban Kraja, è corrispondente di una rete televisiva albanese e rappresenta l'etnia più numerosa, " circa il 28%, una buona parte integrati nei servizi della risporazione". I senegalesi regolari sono solo l'8%: difficile capire quanti di loro facciano commercio abusivo.
"Si vende poco, non si fa giornata", lamenta Cala, 35 anni, che finita la stagione tornerà in Senegal. Adesso vive a Viserba, in albergo, in cinque in stanza pagano ognuno 150 euro al mese. "Sono alberghi fatiscenti, disertati dai turisti" spiega Alban , " li sfruttano al massimo e risparmiano sul personale.
Maquette la parrucchiera
" Adesso il padrone ci ha chiuso anche la cucina: mangiamo come possiamo, abbiamo un fornello in camera". I più giovani sono diffidenti. Qualcuno palesemente ostile. Hu è cinese e vive e lavora a Milano. Passa le ferie a Rimini, vende acquerelli chiusi nel vetro che dipinge lui stesso. Alloggia in appartamento: "da solo".
"Ma allora sei un re", lo provoca Alban. E a noi dice:" saranno almeno in 10 se è fortunato". Non stentiamo a credergli. L'anno addietro la polizia municipale di Rimini ha chiuso due appartamenti in cui ce ne stavano 110, di cinesi, con le terrazze e gli sgombrini trasformati in camere da letto.
Maquette, senegalese, è una delle poche ambulanti donne presenti in spiaggia. Viene dalla Francia, non sa quanto resterà e ha poca voglia di parlare, ma un cartello la indica come" esperta parrucchiera senegalese", e fornisce anche il numero di cellulare. Sta facendo le treccine a una bambina bionda: " trenta euro per i bambini, per lei il doppio ".
Secondo i dati della Confcommercio, gli ambulanti abusivi presenti a Rimini sarebbero circa 2.500, con un giro di affari di 200 milioni di euro a stagione. Ognuno di loro guadagnerebbe intorno ai 50 milioni di vecchie lire.
" E' un danno per l'immagine di Rimini e per i 3.000 negozianti che pagano le tasse", denuncia Alberto Rossini, direttore della Confcommercio; " l'illegalità non può essere tollerata per questo noi chiediamo che venga introdotta la multa al cliente, l'unico modo per debellare il fenomeno".
Adriana Neri, presidente del Consiglio provinciale, qualche settimana fa è andata in spiaggia a offrire posti di lavoro. " Abbiamo anche proposto di istituire un osservatorio permanente", spiega, "per cercare di capire"." Ma è solo una goccia nel mare", allarga le braccia Domenico Gallo, comandante della polizia municipale, " ci vogliono leggi diverse, noi possiamo solo sequestrare le merci, se ci riusciamo: abbiamo il magazzino pieno".
La criminalità organizzata
" L'Italia è il terzo paese al mondo per la produzione di marchi contraffatti", continua Gallo. "Dietro questo tipo di commercio c'è un'organizzazione criminale che dà lavoro a migliaia di persone, gli ambulanti abusivi sono solo l'ultimo anello della catena".
Ub giro che alimenta vari tipi di illegalità. Compresa quella dei riminesi che sfruttano gli immigrati affittando abitazioni a prezzi spaventosi.
"Abbiamo appena chiuso un appartamento dove erano ammassati 32 cingalesi in due stanze,e pagavano tutti quanti", continua.
"Serve poco offrire un lavoro", aggiunge l'assessore ai servizi sociali Stefano Vitali, "la maggior parte degli ambulanti o sono clandestini o hanno già un lavoro nelle fabbriche del nord e vengono a vendere durante le ferie".


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